Le pari opportunità sono un principio giuridico inteso come l’assenza di ostacoli alla partecipazione economica, politica e sociale di un qualsiasi individuo per ragioni connesse al genere, religione e convinzioni personali, razza e origine etnica, disabilità, età, orientamento sessuale o politico.
La discriminazione basata su religione o convinzioni personali, handicap, età o tendenze sessuali è proibita in tutta l’Unione europea poiché può pregiudicare il conseguimento degli obiettivi del trattato CE, in particolare il raggiungimento di un elevato livello di occupazione e di protezione sociale, il miglioramento del tenore e della qualità della vita, la coesione economica e sociale, la solidarietà e la libera circolazione delle persone.
Il principio, che si applica alle questioni di genere che vedono protagoniste le donne, si è esteso anche ad altre forme di discriminazione, sia sessista che di altro genere.
Nell’ambito delle discriminazioni, si segnala ad esempio la battaglia sociale delle associazioni di genitori separati che sostengono i genitori di sesso maschile che subiscono discriminazioni quando si separano, e che ha portato alla definizione del principio di bigenitorialità prima e di affido condiviso in seguito.
Altre forme di discriminazione che rientrano sotto un principio di pari dignità e opportunità riguardano i disabili e in generale ogni forma di discriminazione basata sull’età, sull’etnia, sulla fede, che nega per principio a una categoria di persone quei diritti che sono garantiti a tutte le altre, soprattutto nel campo del lavoro e della giustizia.
Far fallire le Pari Opportunità significa ridurre il tutto alla “solita questione femminile”.
Parlare di “Pari Opportunità per tutti”, e non solo “di genere” significa vivere meglio tutti, o semplicemente rispettare quanto indicato nella Costituzione italiana “dare a tutti uguali opportunità di partenza”, e comunque promuovere “un avanzamento della società nel suo complesso”.
Ogni passo avanti lo sarà non solo per chi lo ha fatto, ma per l’intera società. “Le nostre differenze sono la nostra forza” sostiene l’Unione Europea, e “affinché i cittadini possano beneficiare pienamente della ricchezza di competenze, di talenti ed idee, la partecipazione e l’inclusione di tutti è assolutamente essenziale”.